La Russia non ha nulla a che fare con la crisi dei migranti in corso sul confine bielorusso e soprattutto l’interruzione delle forniture di gas russo all’Ue, minacciata da Lukashenko costituirebbero “una violazione del contratto” e “danneggerebbe le relazioni fra la Bielorussia e la Russia”. L’ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel corso di un’intervista tv, sottolineando di sperare che “questo non accada”.
Intanto, secondo Putin, le organizzazioni criminali che trafficano i migranti hanno sede “in Europa” ed è compito delle forze dell’ordine e dei servizi di sicurezza europei gestire il problema. Putin ha poi assicurato che Lukashenko e la cancelliera tedesca Merkel “sono pronti a parlare l’uno con l’altro” ed ha accusato la Polonia di contraddire “gli ideali umanitari propagandati dai vicini occidentali della Russia”.
Ma resta il caos ai confini tra Polonia e Bielorussa: i migranti respinti alla frontiera, le esercitazioni militari di Mosca e Minsk, la morte di due paracadutisti russi. L’Unione europea prova a mettere all’angolo il dittatore bielorusso spingendo le compagnie di bandiera di Turchia e Iraq ad annunciare lo stop ai voli per Minsk per yemeniti, siriani e iracheni. “Le compagnie aeree che non cooperano potrebbero essere inserite nella lista nera”, avverte l’Ue che, nel Consiglio Affari Esteri di lunedì prossimo, potrebbe dare il via al quadro sanzionatorio contro Minsk. Secondo l’Europa,
duemila migranti sono intrappolati al confine da 4 giorni. Le guardie di frontiera polacche stimano il numero di migranti alla frontiera tra i 3.000 e i 4.000. La Nato ha fatto invece sapere di stare vigilando la situazione “per evitare il rischio di una escalation”. La vicepresidente degli Usa, Kamala Harris, dalla Conferenza sulla Libia a Parigi, definisce “molto preoccupanti” le azioni di Minsk. E proprio nella capitale francese, Macron e Draghi annunciano che presto parleranno con Putin. L’Ue, spiegano a Bruxelles, è convinta che Putin non stia esercitando la sua influenza su Minsk nel modo giusto ed è per questo che il russo è stato costretto a smentire.
Bruxelles, a seguito della crisi, ha proposto un aumento di 25 milioni di euro al Fondo per la gestione integrata delle frontiere (Ibmf), fissato in precedenza a 780 milioni di euro per il 2022, da destinare al finanziamento di attività e attrezzature per sostenere gli Stati membri interessati (Polonia, Lituania ed Estonia) nella gestione dei loro confini.
Stefania Losito