Nuovo interrogatorio in carcere per Mario Lerario, l’ex dirigente della Protezione Civile della Regione Puglia arrestato il 23 dicembre con l’accusa di aver ricevuto due tangenti da 20mila e 10mila euro dagli imprenditori Luca Leccese di Foggia e Donato Mottola di Noci (Bari), entrambi in affari con la Protezione Civile per appalti relativi alle strutture per l’emergenza Covid.
Secondo gli inquirenti, Lerario avrebbe fatto pressioni su una funzionaria della Regione affinché rilasciasse all’impresa di Mottola una certificazione non dovuta. “Un regalo fatto dal dottore”, avrebbe detto l’imprenditore in un’intercettazione dopo aver ottenuto il documento. In base a quanto emerso da un colloquio telefonico del 21 ottobre scorso nell’ufficio di Lerario, Mottola sarebbe stato interessato a ottenere una certificazione di esecuzione dei lavori (Cel) in grado di dargli la possibilità di ottenere un’attestazione che avrebbe accresciuto il valore della sua azienda. La funzionaria avrebbe inizialmente negato il rilascio del documento ritenendo, si legge negli atti, che non vi fossero i presupposti. A quel punto Mottola si sarebbe rivolto direttamente a Lerario, che avrebbe convocato la funzionaria convincendola a rilasciare la certificazione.
Durante l’interrogatorio, che ha fatto seguito a quello del 26 dicembre, Lerario, assistito dal suo legale, ha spiegato che la certificazione all’azienda di Mottola era in realtà dovuta. Nel precedente interrogatorio aveva invece ammesso di aver accettato buste che poi ha scoperto che contenevano denaro, precisando di non essere stato lui a chieder “mazzette”, ma che si sarebbe trattato di iniziative degli imprenditori. La difesa, al momento, non ha presentato istanza di revoca della misura cautelare. Gli imprenditori, entrambi detenuti agli arresti domiciliari, saranno interrogati il 4 gennaio.
Vincenzo Murgolo