Un giro di prostituzione di uomini, basato sulla cessione di stupefacenti in cambio di rapporti sessuali, e’ stato scoperto dai carabinieri che hanno eseguito otto misure cautelari nelle province di Torino e di Lecce. I reati contestati a vario titolo sono violenza sessuale aggravata, rapina in concorso e spaccio di droga. L’inchiesta è durata da marzo a luglio 2021, e ha fatto emergere anche due violenze sessuali eseguite con l’utilizzo di Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, nonché una rapina in abitazione.
Nelle indagini è stato accertato che giovani tossicodipendenti sarebbero stati adescati a Torino, in Lungo Dora Napoli, corso Emilia e corso Principe Oddone, per partecipare a festini a base di droga e sesso in case di lusso del centro.
A far scattare l’inchiesta della procura torinese, nell’ambito della quale due imprenditori erano già stato denunciati, sono state le dichiarazioni di un 23enne che, alla trasmissione Le Iene su Italia 1, aveva raccontato dei ragazzi che si prostituivano in cambio di stupefacente, crack in particolare. Durante gli incontri, secondo l’accusa, veniva usato anche Ghb, un farmaco utilizzato come droga dello stupro che darebbe effetti simili all’ecstasy.
Il 23enne ha raccontato alla trasmissione televisiva che sarebbe stato “un spacciatore a dirmi che, se volevo fumare, c’erano un suo amico, parecchio ricco, che avrebbe avuto piacere della mia compagnia”. “Le case erano delle regge e
c’era tanto stupefacente. C’erano altri fumatori di crack come me. Se non facevi sesso, non ti drogavi…”.
Secondo il racconto, non tutti i ragazzi sarebbero stati consenzienti. Spiega che per i titubanti veniva utilizzato il Ghb. “Una sera ho bevuto un bicchiere di vino servito da loro, non mi sono sentito bene e sono andato via – racconta il 23enne – non riuscivo neanche a parlare. E’ arrivata l’ambulanza a prendermi e dalle analisi è risultato che avevo assunto del Ghb”.
Ma ci sono altre tre misure cautelari in una inchiesta della polizia parallela. Li hanno eseguiti i poliziotti torinesi. Uno dei tre destinatari delle misure cautelari, che ipotizzano a vario titolo il reato di rapina aggravata in concorso, è
coinvolto anche nell’indagine dei carabinieri. Secondo questa seconda inchiesta, i tre individuavano le vittime attraverso piattaforme social per incontri maschili e, con la scusa di consumare rapporti sessuali all’interno di
appartamenti e b&b , avrebbero somministrato loro inconsapevolmente stupefacenti riducendole in stato di incoscienza. Gli indagati si sarebbero così impossessati dei beni che le presunte vittime avevano con sé, così come delle carte di credito che sarebbero state utilizzate indebitamente. Gli episodi ricostruiti sarebbero ascrivibili a tre rapine commesse a Torino nel mese di marzo a danno di altrettanti soggetti.
Stefania Losito