Una persona è morta intrappolata in un incendio, di probabile natura accidentale, che ha distrutto due baracche nell’insediamento spontaneo di migranti ‘Torre Antonacci’, a Rignano Garganico (Foggia). Il suo corpo, secondo le prime informazioni, è stato trovato carbonizzato.
A Rignano vivono migranti impiegati prevalentemente nei campi agricoli. Sul posto stanno operando Vigili del fuoco e
Carabinieri, anche per risalire alle cause del rogo.
La vittima è un lavoratore gambiano, Joof Yusupha, di 35 anni. In una nota congiunta, i segretari generali di Cgil Puglia e Cgil Foggia, Pino Gesmundo e Maurizio Carmeno, e i segretari generali di Flai Puglia e Flai Foggia, Antonio Gagliardi e Daniele Iacovelli, nell’esprimere “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore, ai suoi famigliari, alla comunità di stranieri che contribuisce a determinare la ricchezza del settore agroalimentare di questa provincia”, ricordano come “quell’area è stata oggetto di sgombero da parte della Regione Puglia quando era nota come Gran
ghetto di Rignano, ma attorno alle case mobili fornite dall’ente sono tornate in poco tempo baracche in legno e lamiere. Nel 2017 nello stesso luogo, sempre a seguito di un incendio, persero la vita altri due lavoratori stranieri”.
Per Cgil e Flai “occorre mettere a punto i progetti per il superamento definitivo di questi ghetti, utilizzando nel migliore dei modi le risorse assegnate dal Pnrr a tal scopo, oltre 100 milioni per tutta la provincia di Foggia e 28 milioni destinati proprio al Comune di San Severo per l’insediamento di Torretta Antonacci”.
“Stamattina – dichiara Michele Bordo, deputato e responsabile Mezzogiorno del Partito Democratico – la morte di un altro immigrato in provincia di Foggia per l’incendio delle baracche in cui dormiva. Da parlamentare e da cittadino mi vergogno per questa ennesima tragedia.”Insisto da anni – continua Bordo – perché quelle baraccopoli fatiscenti e senza servizi minimi essenziali vengano smantellate per assicurare agli immigrati, che ogni giorno lavorano nei nostri campi, condizioni di vita diverse. Ma continua a non succedere nulla. Aumentano purtroppo solo i numeri di questa strage silenziosa. Non so davvero cosa debba ancora succedere perché le istituzioni intervengano per cancellare questa vergogna”.
Stefania Losito