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La scienza contro la dipendenza da smartphone

Stimoli e incoraggiamento per aiutare chi usa il telefono più di 5 ore al giorno


Liberarsi dalla dipendenza dallo smartphone con un metodo basato su stimoli e incoraggiamento, modifiche del comportamento ma anche interventi alle
impostazioni del telefono. È la tattica messa  a punto dal team di ricercatori dell’Università  McGill, in Canada. Sempre più  persone tendono a passare molto più tempo sullo smartphone di quanto vorrebbero e avere problemi a smettere. I ricercatori della McGill University potrebbero aver trovato una soluzione che può aiutare a frenare la dipendenza da smartphone.
L’intervento include vari semplici gesti come cambiare il display del telefono in scala di grigi e tenere il telefono fuori dalla camera da letto durante il sonno. I partecipanti che hanno seguito il metodo hanno ridotto il loro tempo davanti allo schermo e hanno riferito di sentirsi meno dipendenti dai loro telefoni e una migliore qualità del sonno. “La maggior parte dei partecipanti trascorreva dalle quattro alle cinque ore al giorno sui propri telefoni. L’intervento ha ridotto questo di circa un’ora al giorno, a volte liberando l’equivalente di un’intera settimana di lavoro a tempo pieno al mese”, ha affermato Jay Olson, uno studioso presso la McGill University che ha guidato lo studio. “Gli smartphone e i social media sono diventati parte integrante della vita quotidiana, ma molte persone fanno ancora fatica a usarli in un modo che considerano salutare”, ha affermato Samuel Veissière, professore di psichiatria alla McGill che ha supervisionato la ricerca. “Il nostro intervento offre una piccola parte della soluzione”. Il team ha recentemente lanciato il sito web Healthy Screens per consentire al pubblico di valutare la propria dipendenza da smartphone completando un breve questionario. Il sito mostra anche le strategie di intervento utilizzate per ridurre l’uso dello smartphone. Lo studio controllato randomizzato è  stato pubblicato sull’International Journal of Mental Health and Addiction.

Angela Tangorra

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