Il sindaco Melucci non si arrende, insorgono i Verdi. Il ministro Giorgetti: serve un piano industriale
Il Consiglio di Stato boccia l’ordinanza di spegnimento dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto e arrivano puntuali reazioni di diverso tenore. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, annuncia che “la battaglia continuerà finché non ci sarà un tavolo per l’accordo di programma che sancisca la chiusura dell’area a caldo”.
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, chiede un piano industriale “ora che il quadro normativo e giuridico è chiaro”. Una sponda per Acciaieria Italia che si dice “pronta a presentare già dalla prossima settimana una proposta di acciaio verde”. Idea condivisa da Confindustria Taranto, in pressing sull’ambientalizzazione della fabbrica.
Per il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, “ancora una volta la giustizia è stata negata”. Ha vinto la ragione di Stato e Taranto è condannata a “vivere nell’inquinamento”. Nella nota ufficiale, Bonelli mette in discussione le motivazioni dei giudici amministrativi, riportando i dati di alcuni centrali della città, al di sopra dei parametri di sicurezza.
Il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente di Taranto preannuncia due ricorsi, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e al Comitato Onu per i diritti dell’infanzia di Ginevra.
Michele Paldera