A nostra memoria, ma potremmo sbagliare, mai un personaggio di un fumetto ha firmato un articolo. Nell’edizione di sabato di Repubblica Bari, un commento all’impresa del marciatore pugliese Massimo Stano, medaglia d’oro a Tokyo, è stato firmato da una “certa” Greis.
Personaggio a noi caro, Greis, che qualche anno fa proprio sul magazine Battiti di Radionorba Notizie ha trovato la sua prima casa ufficiale su una testata giornalistica. Grazia Rongo, giornalista del Tg Norba, da tempo pubblicava le avventure di Greis su Facebook. Sui social era un modo per rappresentarsi nelle sue fobie e nel suo quotidiano. Le papere nel presentare il Tg, la sua vita da giornalista. Ma come accade per i personaggi della letteratura, Greis se ne è andata per i fatti suoi raccontando alla fine il quotidiano di tutti: il capello tirato e liscio che l’umidità arriccia, la dieta sognando pizze e gelati, il terrore nell’attesa della conferenza stampa di Conte durate il lockdown, le battaglie perse con il suo gatto Otello, l’ira che si annulla dinanzi alla banalità, la guerra senza frontiere contro la violenza sulle donne e anche una vignetta sull’Ilva di Taranto.
Greis, una come noi insomma. La carriera del fumetto continua sulle pagine di Repubblica Bari che forse, per la prima volta nella storia, trasformano, ed è una idea geniale, un fumetto in un autore di testi. Un transfert che per dirla con Andrea Camilleri avviene quando “persona e personaggio si riuniscono”. Greis scrive, gioiosa, con quell’entusiasmo infantile che la caratterizza, che riesce a farla stupire senza esagerare perchè lo humor la salva dalle delusioni della “vita normale”.
Chissà che evoluzione avrà questo esperimento, ma non di rado capita che dalle pagine di cronaca nascano nuovi filoni del giornalismo e non solo.
Greis non è banale e può anche scrivere. Non è uno pseudonimo piuttosto è un soggetto autonomo. Così autonomo che ha rinunciato con molta forza persino a trovarsi un fidanzato, quando consulenze non richieste consigliavano a Grazia Rongo di rompere l’isolamento di Greis con un fidanzatino, tanto per allargare l’orizzonte alla vita di coppia. Greis è caduta in depressione solo al pensiero di rompere il suo fidanzamento con la vita quotidiana.
In tutti i casi la sua scelta è stata lungimirante per può muoversi nel mondo nuovo ossessionato dalle polemiche sui generi. Greis ci fornisce anche un’arma letale contro la noia della vita quotidiana, che noiosa non è. La vita quotidiana non è noiosa. Basta guardarla con i suoi occhi. O, da oggi, leggerla attraverso i suoi scritti (a questo punto Greis sgranerebbe gli occhi spaventata da tanta responsabilità).
Maurizio Angelillo