L’Ambasciata italiana a Kabul è pronta all’evacuazione, i talebani sono alle porte della città. “Ci stiamo preparando ad ogni evenienza – spiega il ministro degli Esteri Di Maio in un’intervista al Corriere della Sera – dobbiamo pensare alla sicurezza del personale della nostra ambasciata e dei nostri connazionali. Se sara’ necessario, con l’importante aiuto della Difesa, porteremo tutti in sicurezza in Italia, in tempi rapidi”. Il popolo afghano non resterà solo, assicura Di Maio, la sede diplomatica resterà operativa da Roma e “i fondi destinati al sostegno delle forze di sicurezza afghane potranno essere riorientati verso la tutela dei collaboratori delle nostre componenti diplomatiche, militari e civili”. Non ci sarà un nuovo impegno militare, nessuna nuova missione, assicura il Ministro, ma “dovremo lavorare con tutte le forze affinché i talebani diano le dovute garanzie sul rispetto dei diritti acquisiti”. Il titolare del dicastero degli Esteri, poi, ammette: “In questi 20 anni si è provato a mettere un argine al potere e all’ideologia dei talebani, ma se l’avanzata di questi giorni è stata così veloce e rapida dobbiamo almeno interrogarci sulle ragioni”.
Intanto gli Stati Uniti ritengono che la capitale non sia sotto “una minaccia imminente”, ma si dicono pronti, se necessario, a rinviare il completamento del ritiro previsto per il 31 agosto. Gli Usa hanno mandato ottomila soldati per proteggere il personale in partenza dalle Ambasciate. Lasciano Kabul anche spagnoli e svedesi.
E’ anche allarme rifugiati: finora più di 250.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case e molti di loro si sono concentrati a Kabul, nei parchi o in alloggi di fortuna. Gli Stati Uniti stanno lavorando a un accordo con il Qatar per far ospitare circa 8 mila afghani. I primi 2 mila sono attesi a Doha. Il Canada è pronto ad accoglierne 20 mila, con un primo volo già arrivato a Ottawa.
Stefania Losito