Una pillola anti-covid che riduce al 50% il rischio di ospedalizzazione e morte e che si potrà assumere restando comodamente a casa. Merck Msd intende produrre 10 milioni di dosi entro la fine del 2021 e un numero maggiore nel 2022. Molnupiravir, un antivirale orale in fase di sperimentazione clinica, ha infatti ottenuto ottimi risultati nella fase terza di sperimentazione clinica condotta su pazienti adulti non ospedalizzati a rischio con Covid-19 in forma lieve o moderata. Per queste ragioni richiederà il prima possibile l’autorizzazione all’uso per emergenza negli Stati Uniti, alla Food and Drug Administration, e, allo stesso tempo, richiederà l’autorizzazione alle agenzie di tutto il mondo.
Msd ha reso noto di aver stipulato un accordo con gli Stati Uniti in base al quale fornirà circa 1,7 milioni di dosi di molnupiravir al governo statunitense, una volta raggiunto un accordo per l’uso in emergenza o per l’approvazione del farmaco.
Oltre all’accordo con il governo degli Stati Uniti, MSD sta stipulando accordi di acquisto e fornitura con altri governi a livello mondiale, sempre condizionati a un’autorizzazione e discussioni sono in atto con molti altri governi. MSD intende adottare una politica differenziata dei prezzi basata sui criteri di reddito della Banca Mondiale e ha già annunciato di aver sottoscritto accordi di licenza volontaria non esclusiva con produttori consolidati di farmaci generici per accelerare la disponibilità in più di 100 Paesi a basso o medio reddito.
Intanto impennano i titoli della Merck (Msd) a Wall Street: +12%, il balzo più alto dal 2009.
“I risultati sono promettenti, dobbiamo vederli con attenzione. Perché abbiamo bisogno anche di antivirali”, ha commentato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. ” Abbiamo già disponibili vaccini e anticorpi monoclonali, ma mancano ancora antivirali. Non è facile mettere a punto un antivirale per un virus che, diversamente da altri, si replica velocemente e da malattia estremamente acuta”, ma averlo “permetterebbe di disporre di un portafoglio di strumenti che ci rendano in grado di combattere” un virus che “si sta endemizzando”. Ma, ha ricordato Rezza, “ci sono diversi farmaci antivirali allo studio in fase tre”.
L’azienda farmaceutica americana Pfizer, ad esempio, ha avviato uno studio di media-lunga durata per testare il suo farmaco orale per la prevenzione del Covid-19 tra chi è stato esposto al virus. In gara c’e’ anche la svizzera Roche.
Stefania Losito