Dopo quasi tre anni di guerra e migliaia di vittime, Vladimir Putin vuole chiudere il conflitto, “non congelarlo”. E accetta anche una piattaforma di negoziazione, che gli è stata offerta dal premier Robert Fico: la Slovacchia. A Mosca va bene, nonostante l’attacco sferrato in Ucraina nelle prime ore della mattina di Natale: oltre 170 fra missili e droni, un morto e danni all’infrastruttura elettrica che rischia di danneggiare pesantemente la popolazione ucraina nelle settimane più fredde dell’anno. Putin, citato dalla Tass, nei giorni scorsi ha incontrato il premier slovacco Fico al Cremlino. “Un cessate il fuoco in Ucraina a questo punto non porterebbe a nulla, sono necessari accordi affidabili”, secondo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che svela: “La Francia ha offerto dialogo senza coinvolgere Kiev”.
Il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, parla di provocazione, di un atto “oltraggioso”. Per questo ha fatto sapere di aver chiesto di accelerare la consegna delle armi da Washington a Kiev in questi ultimi giorni della sua presidenza. Lo zar, al contrario, insiste che tra i propositi per il 2025 c’è quello di portare “a termine tutti gli obiettivi
dell’operazione militare speciale” e quindi raggiungere “il successo sulla linea del fronte”. Poi il monito: “Rispondiamo
sempre in modo speculare. Loro usano certe armi contro di noi, noi usiamo le stesse”, ha avvertito, dicendosi pronto ad usare nuovamente il super missile Oreshnik “se necessario”.
Zelensky da parte sua aveva assicurato che “l’Ucraina sta facendo tutto il possibile affinché il 2025 diventi un anno di
pace giusta e duratura per il nostro Paese e per il mondo intero”. Probabilmente a convicnerlo a una sorta di passo indietro sono state le difficoltà al fronte e, soprattutto, la possibile rinuncia a Donbass e Crimea.
Il capo della diplomazia russa, Lavrov, è anche apparso possibilista su un dialogo con l’imminente amministrazione Trump: “Se i segnali provenienti dalla nuova squadra di Washington per ripristinare il dialogo interrotto dagli Usa dopo l’inizio dell’operazione militare speciale saranno seri, ovviamente risponderemo ad essi. Il dialogo è stato interrotto dagli americani, quindi dovrebbero fare loro il primo passo”. Ma la condizione necessaria, per Mosca, sarebbe che Washington (con l’arrivo di Trump, ndr) “comprenda le ragioni che hanno portato alla guerra in Ucraina”.
Stefania Losito