Secondo i dati epidemiologici delle ultime settimane è chiaro che ormai, l’Europa, è nel pieno di una quarta ondata della pandemia da Covid-19. L’Italia, grazie alla vaccinazione di massa e alla politica del Green Pass, ha statistiche migliori di altre nazioni, ma i numeri sono comunque in crescita costante, anche se più lenta. In Austria, ad esempio, da oggi parte il lockdown per i non vaccinati e in Germania si torna allo smart working.
In Italia, non dimentichiamolo, lo schema dei colori delle regioni è ancora in vigore. Sono mesi, ormai, che l’Italia è tutta in zona bianca, ma non è escluso che alcune regioni entrino come minimo in zona gialla entro Natale. Le più a rischio sono Marche, Lazio e Friuli-Venezia Giulia, che sarebbero costrette a tornare ad indossare la mascherina anche all’aperto e a limitare i posti a sedere nei ristoranti a quattro persone non conviventi. Insomma, un passo indietro che preoccupa. Anche per questo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato che come passeremo il Natale dipenderà da noi e dalle nostre condotte.
Per evitare maggiori restrizioni, come ad esempio nuove chiusure, il governo sta pensando a nuove regole più stringenti per ottenere il Green Pass. Intanto la durata del certificato, che passerebbe da un anno a nove mesi. Questo perché è ormai chiaro che l’efficacia della copertura vaccinale, dopo sei mesi dalla seconda dose, comincia lentamente a calare.
Altro tema caldo sono i tamponi con cui i non vaccinati possono ottenere il Green Pass. Preoccupano, in particolare, i test rapidi, quelli che si possono fare in farmacia. Gli esperti, infatti, sono scettici sull’attendibilità dei tamponi antigenici, che sarebbero responsabili di numerosi falsi negativi. Qualcuno ha consigliato di escluderli del tutto per il rilascio del Green Pass, ma il ministro Speranza è più cauto. Al momento sembra che si stia valutando la riduzione della validità da 48 a 24 ore e di conseguenza anche quella del tampone molecolare da 72 a 48 ore.
Si tratterebbe, comunque, anche di una strategia per convincere gli indecisi a vaccinarsi, visto che la terza dose, ormai, è inevitabile per tutti. Dal primo dicembre, intanto, sarà disponibile dai cittadini dai 40 anni in su. In settimana, poi, dovrebbe essere firmato il decreto che obbliga il personale sanitario a effettuare il richiamo. L’obbligo sarà esteso anche ai lavoratori esterni che accedono alle Rsa.
Gianvito Magistà