Ex Ilva di Taranto, il ministero per lo Sviluppo economico proroga fino al 2024 il contratto tra Arcelor Mittal e Acciaierie d’Italia, concedendosi altri due anni per acquisire la partecipazione di maggioranza, al 60%, del siderurgico. La scadenza era fissata per il 31 maggio, e Invitalia avrebbe dovuto ottenere il controllo dell’ex Ilva, salendo dall’attuale 38% al 60% del capitale, attraverso il versamento di 680 milioni di euro. Una proroga che preoccupa i sindacati sul destino industriale e ambientale del territorio. “E’ una proroga importante – commenta l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli – perché abbiamo tempo di terminare il piano ambientale e di impostare i prossimi investimenti”.
Acciaierie d’Italia Holding conferma in una nota la firma dell’accordo con Ilva in amministrazione straordinaria per la proroga di 2 anni (fino al 31 maggio 2024) dell’affitto dei complessi aziendali di Ilva, al fine di consentire a Ilva di chiedere la revoca dei provvedimenti giudiziari che gravano sullo stabilimento di Taranto.
Gli azionisti di AdIH, il gruppo ArcelorMittal e Invitalia, si legge nella nota, hanno firmato oggi una proroga del loro
accordo di investimento e parasociale, che conferma l’assetto proprietario (Franco Bernabè e Lucia Morselli) e di governance di AdIH per i prossimi 2 anni.
Intanto la Corte d’assise di Taranto ha depositato l’ordinanza che boccia il dissequestro degli impianti dell’area a caldo, richiesta presentata all’inizio di aprile dai legali dei commissari di Ilva in As. Il provvedimento segue il parere negativo espresso dalla Procura di Taranto lo scorso 16 maggio. La decisione è stata assunta dalla Corte d’Assise che un anno fa ha emesso la sentenza di primo grado del processo chiamato “Ambiente svenduto” per il presunto disastro ambientale
causato dall’acciaieria.
Stefania Losito